AUTOSVEZZAMENTO....O MEGLIO...

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AUTOSVEZZAMENTO O MEGLIO....ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE PAPPA NAIMATA

COSE' L'AUTOSVEZZAMENTO è l’alimentazione complementare a richiesta: il bambino passa da un’alimentazione a base di latte a cibi prevalentemente solidi! Quindi niente pappe niente brodini così amorevolmente preparate dalle mamme, niente schemi di pranzetti costruiti dal pediatra , perché il cibo, anche quello dei grandi, il bambino lo deve mangiare con le mani; e mai, mai imposizioni. Così la pensano i fan dell’autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta, quelle persone secondo le quali non c’è quasi bisogno di regole e lo svezzamento il bambino può farlo tranquillamente da sé, dal momento che a sei mesi il suo apparato gastrointestinale è “pronto a tutto” e, poi, attraverso il liquido amniotico e il latte materno, oramai ha assaggiato un po’ tutto, no? Che mangi, allora, quello che trova in tavola: l’importante è che gli piaccia. Ma è davvero così? Un bambino a sei mesi può davvero mangiare secondo i suoi gusti? Un bambino a sei mesi può stare su suo trespolo ad esplorare con le sue candide ed inesperte manine in un piatto di penne all’arrabbiata? Può un bambino di sei mesi fare l’Indiana Jones tra polpette, carote e sugo di pomodoro? Beh forse si, ma sempre nei limiti dell’intelligenza!! Il bambino non ha denti, non mastica….mette in bocca, biascica e deglutisce…per cui già dobbiamo disquisire sulle dimensioni del cibo ( vogliamo che si ingozzi?)……allora gli si può preparare una purea di legumi….ci provi un adulto a mangiare questa purea con le dita e poi dica se gli piace.

Questa moda nasce nei primi anni di questo secolo da una riflessione di un noto pediatria Lucio Piermarini e dal suo libro pubblicato poi  nel 2008 in collaborazione con il grande prof Franco Panizon, IO MI SVEZZO DA SOLO. Il testo nasce da un'ìnterpretazione dello svezzamento e della successiva alimentazione nei primi anni di vita a dir poco sconvolgente....... più semplice e, allo stesso tempo, più complessa rispetto a quella attualmente in uso tra noi pediatri. Un interpretazione estremamente semplicistica in quanto abolisce schemi e ricettine consigliate dai pediatri, ma nello stesso tempo radicale e complessa in quanto rende centrale il comportamento “ alimentare” del bambino, coinvolgendo l’attenzione affettiva dei genitori. Nasce quindi un microcosmo in cui il bambino diventa protagonista assoluto e i genitori spettatori attenti ( si spera) di un processo “ naturale”.

Qualche domanda nasce spontanea: ma è tutto così semplice e NATURALE? Questi illustrissimi colleghi hanno veramente ragione? I bambini autosvezzati crescono adeguatamente? Gli schemi che noi diamo a voi genitori sono così sbagliati?

Bando alle superficialità, facciamo un po’ di chiarezza. Autosvezzamento non è semplice. In primo luogo adottare questa nuova pratica "svezzamento" non è un modo per semplificare la vita alle neo mamme, ma è forse più complicato e impegnativo: la famiglia deve modificare il proprio stile alimentare che spesso non è adeguato ad una sana ed equilibrata alimentazione del piccolo figlio ( studi dimostrano che l’80% dei cibi in tavola ad una famiglia non sarebbero”sani e/o adeguati”). In tavola ci devono essere cibi semplici, privi di conservanti, di qualità eccelsa. Inoltre una famiglia deve tenere presente che il fabbisogno di nutrienti è diverso per un bambino di 6/9 mesi, così come la sua capacità fisiologica. Rene, fegato e pancreas sono ancora in fase di crescita e non vanno sottoposti a carichi eccessivi. Non possiamo proporre al bambino cibi che per lui sono troppo ricchi di proteine, sali o zuccheri. Nei primi tre anni si formano i modelli delle abitudini alimentari e i circuiti del metabolismo. Lasciare un bambino libero di mangiare e bere ciò che vuole potrebbe portarlo a sviluppare non solo cattive abitudini alimentari, ma anche alterare i circuiti del metabolismo che solo ora iniziamo a comprendere nella loro complessità, con il rischio di danneggiare il benessere presente e futuro del bambino. Una domanda che alcuni genitori che seguono questo nuovo sistema educativo alimentare mi rivolgono riguarda la quantità di cibo che il pargolo deve mangiare ( “ma mangia a succicienza”). Beh su questo non voglio disquisire: ogni bambino è diverso dall’altro e così lo sono anche le sue necessità nutrizionali. Il suo è un organismo in crescita e essendo il ritmo di crescita non lineare ma normalmente soggetto a cambiamenti, ecco che il suo appetito non sarà sempre posizionato su un determinato livello, ma presenterà delle oscillazioni anche ampie che, inevitabilmente, mettono in crisi tutti genitori (e nonni) che vedono nel bambino paffuto un sintomo di normalità, di “star bene”. Per cui spetta al genitore capire se tutto va bene ( aumentano le responsabilità!!!), se il figlio cresce adeguatamente. Ricordiamoci che il pediatra non assiste ai pranzi del proprio paziente, ne può pesarlo ogni settimana per permette al genitore di avere il cuore in pace.

I fautori dell’autosvezzamento hanno ragione? Forse si forse no. Al momento non abbiamo ancora a disposizione degli studi scientifici che danno torto o ragione agl’inventori di questo nuovo “stile di vita”. Sicuramente l’introduzione precoce di TUTTO previene allergie alimentare ( numerosi studi lo dimostrano). Riguardo invece la migliore educazione alimentare, il loro essere più sani…beh non si può ancora dire nulla! Chi scrive queste pagine ha una sua esperienza personale: i bambini che seguono radicalmente l’autosvezzamento sono pochi, sono quasi tutti sotto peso….e ciò non è un male ( ma il numero esiguo non fa statistica), hanno un’altezza al di sotto del percintile adeguato all’età, sono anemici. Il futuro ci/mi darà risposte più chiare e precise !

Gli schemi che noi diamo a voi genitori sono così sbagliati? Direi proprio di no. Io personalmente da ormai 5/6 anni presento alle mamme il nostro schema, dicendo “ leggetelo bene e andate di fantasia”! cosa sta a significare? Quei 4 fogli che vi consegno, e che potete scaricare da questo sito, vogliono essere un’indicazione sulla quantità e la modalità di preparazione delle tanto vituperate pappe, che a casa dove adeguare in primis al vostro pargolo e poi alle vostre abitudini alimentari. Praticamente si tratta un autosvezzamento rispettoso e consapevole delle esigenze del bambino e della famiglia

In pillole: autosvezzamento si o no che sia dobbiamo noi genitori dare il buon esempio con una corretta alimentazione ! Cucinare bene per il piccolo e mantenere le cattive abitutdini alimentari per noi genitori, non servirà ad evitargli, quando sarà cresciuto, di fare errori e correre i rischi dei suoi genitori . Dobbiamo poi ricordare che dare l’alimetazione complementare ( svezzare è un termine proprio brutto) non è un gioco: è un atto che merita consapevolezza di ciò che si fa, è un atto che deve insegnare al piccolo rispetto per ciò che è in tavola, senza distrazioni di televisioni o giochini vari, è un atto che si ripercuoterà sul futuro di tutti …non solo del bambino

Buona pappa

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