FebbreLa febbre è uno, se non il principale, incubo della maggior parte dei genitori, ed è il motivo principale, assieme alla tosse, delle chiamate, considerate urgenti, al pediatra.
Ma cosa è la febbre? La febbre è un aumento della temperatura corporea superiore ai 37° C, se misurata per via ascellare, o ai 37,5° C se misurata per via rettale. Pertanto, quando si misura la temperatura nel retto (misurazione particolarmente indicata per i lattanti e per i bambini piccoli), va tolto mezzo grado per avere l’equivalente della temperatura esterna. La temperatura corporea può variare da persona a persona e, soprattutto nei bambini, può aumentare in seguito a sforzi, assunzione di pasti o bevande calde, riscaldamento eccessivo dell’ambiente. In tal caso l’aumento della temperatura può essere "normale" e quindi va solo ricontrollata.
La temperatura va misurata con un termometro adeguato; ne esistono diverse tipologie in commercio: in vetro: valido per la misurazione rettale e ascellare; ha il grande vantaggio di essere preciso ma è molto fragile; digitale a cristalli liquidi: veloce nel misurare la temperatura, infrangibile...perfetto! auricolare e cutaneo: non sono sempre precisi, occorre fare attenzione nel posizionarlo correttamente; infrarossi: costoso e complicato da usare; striscia cutanea a cristalli liquidi: poco preciso e quindi sconsigliato.
Dove misurare la temperatura? Preferibilmente la temperatura deve essere misurata a livello ascellare o rettale. Nel bambino piccolo (fino ai 2/3 anni) è consigliabile misurare la temperatura per via rettale (1/2 grado più alta, mediamente, rispetto a quella ascellare); infatti questa misurazione è attendibile, precisa, abbastanza veloce (sono necessari da 1 a 3 minuti, in alcuni modelli anche meno). Può essere meno attendibile in presenza di diarrea o infiammazioni anali. Nel bambino più grande è preferibile la misurazione ascellare (4-5 minuti). La misurazione auricolare può essere imprecisa in presenza di otite o di cerume nel condotto uditivo. Accorgimenti Nella misurazione della temperatura ricordarsi di tenere fermo il bambino; la cute (nella misurazione ascellare) deve essere ben asciutta e occorre posizionare il bulbo nel cavo ascellare con il termometro verticale.
Quando dobbiamo dire "mio figlio ha la febbre"? Quando il termometro supera di 1° C la temperatura considerata normale. Quindi sopra i 37.5- 38° C. (prima si parla di febbricola). ATTENZIONE: in un lattante sotto i 3 mesi anche una febbricola (quindi anche intorno a 37,1-37,2) può essere segno di malattia importante: in questo caso mettersi in contatto con il proprio pediatra.
Perchè la temperatura si alza? La febbre non è una malattia ma un sintomo che ci avverte che l’organismo del bambino sta lottando contro la causa reale della malattia, di solito i microbi. Le cause sono molte e vanno valutate di volta in volta. Nella maggior parte dei casi nei bambini sono dovute ad infezioni più o meno banali (più banali che non).
Cosa dobbiamo valutare quando c'è la febbre? La prima cosa da fare è osservare il proprio figlio: come sta, che aspetto ha, se è più o meno normale, ha voglia di giocare lo stesso, di ridere ecc. Sono segni banali ma importanti da valutare. Se il bimbo mangiucchia e soprattutto beve, se è vigile, gioca e appare quasi normale anche con la febbre alta probabilmente la malattia non è pericolosa. Ma se è abbattuto, non reagisce, il pianto è debole o presenta dolore in qualche parte del corpo bisogna porre più attenzione. Altri segnali da valutare , che talvolta compaiono anche 24/36 ore dopo il rialzo termico, sono: vomita? ci sono macchie sul corpo? (malattia infettiva) ha diarrea?(ci può essere rischio di disidratazione cioè che il bimbo perda troppi liquidi, specie se è associato il vomito) ha la tosse? respira male? rifiuta il cibo? è assonnato? fa fatica a restare sveglio? trema? ha mal di pancia? ha mal di gola o sintomi del raffreddore? la temperatura è molto alta (sup ai 39°C) e fa fatica a scendere nonostante paracetamolo o ibuprofene?
Cosa fare? Ancor prima di somministrare farmaci, è utile: offrire spesso al bambino liquidi a temperatura ambiente (acqua, tè, camomilla) un poco zuccherati, a piccoli sorsi, a volontà; non coprirlo in maniera eccessiva (perchè così facendo non si permette al corpo di traspirare e, pertanto, di disperdere calore); preparargli piccoli pasti facilmente digeribili, e non forzarlo se non ha appetito.
Quando somministrare i farmaci? I farmaci antifebbrili vanno somministrati se la febbre è causa di d"isagio": solitamente ciò si verifica per temperature superiori ai 38.5°C ascellari, ovveroai 39°C rettali o auricolari. Se invece la febbre è di lieve entità, se il bambino è abbastanza tranquillo e non lamenta dolori, di solito non è necessaria alcuna terapia medica.
Quali sono i farmaci antifebbrili? Il farmaco di primo impiego è il "paracetamolo". E' consigliato lo sciroppo, possono essere utilizzate anche le bustine e, nei bambini più grandi, le compresse. Le supposte (meno efficaci) vanno riservate ai casi di vomito o di rifiuto a prendere le medicine per bocca. La dose di sciroppo dipende dal peso e NON dalla sua età. In pratica, dividendo il peso del piccolo (in kg) per due si ottengono i millilitri (ml) di sciroppo da somministrare (esempio: un bimbo che pesa 10 kg deve assumere 5 ml di sciroppo). La dose massima è di 20 ml di sciroppo, dose da NON aumentare anche se il bambino pesa più di 40 kg. Il farmaco abbassa la febbre dopo circa 1 ora e la sua efficacia persiste di solito per 4/5 ore (non sempre la temperatura viene riportata a valori normali). Può essere somministrato nuovamente dopo 6 ore circa se la febbre torna ad essere elevata e crea disturbo al bambino. Se è poco efficace, la dose, su consiglio del pediatra, può essere aumentata o somministrata ad intervalli più brevi (ad esempio dopo sole 4 ore). Altro farmaco che può essere utilizzato in alternativa al "paracetamolo" è l'ibuprofene: il dosaggio giornaliero è di 20 mg/kg da dividere in 3 somministrazioni.
Quando e come consultare il pediatra? E' bene consultare il pediatra se: il bambino ha pochi mesi; la febbre persiste da più di 48 ore; sono presenti altri disturbi; la temperatura è molto elevata, causa sofferenza al bambino, e non si abbassa dopo avere somministrato il paracetamolo. Riferendo: l'età del bambino; la dose di farmaco somministrata; la temperatura misurata correttamente (nei primi anni di vita a livello rettale, poi a livello ascellare, mettendo il termometro verticalmente, col bulbo nel cavo ascellare, e tenendo il braccio ben stretto contro il torace); la durata della febbre; eventuali altri disturbi; l'eventualità che il bambino sia stato, nei giorni precedenti, a contatto con persone malate.
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